CATASTO ONCIARIO 1753 - TRASCRIZIONE A CURA DI DAVIDE BERRETTINI

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PREFAZIONE

PREFAZIONE DEL SINDACO
DALLA RESIDENZA MUNICIPALE, LÌ 17 NOVEMBRE 2018

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Credo che un Sindaco non possa ricevere dono più grande del frutto di un lavoro fatto di passione, perizia, curiosità e senso della Comunità, quale è, appunto, il lavoro eseguito da Davide Berrettini con la trascrizione del nostro Catasto Onciario del 1753, e consegnatomi, alcuni anni fa, da appassionato, prima ancora che da rappresentante istituzionale.

Credo di aver ricevuto uno strumento di lettura della "mia" Comunità, in termini di conoscenza storica, sociale, ecologica, identitaria e, dunque, degli elementi che occorrono ad una gestione politico-amministrativa consapevole e di visione.
Il Catasto Onciario sembrerà a molti un noioso libro di fredda elencazione di dati e nomi, rivolta a studiosi amanti di polverosi archivi. Non è così: è necessario capire e far capire che non è così.

Il Catasto Onciario è la prima fotografia della nostra storia. La prima, perché é la prima descrizione sistematica e organizzata della nostra Comunità che abbiamo a disposizione; è la spiegazione, o per molti la scoperta, di come una Comunità potesse vivere della propria Terra, certo, a fasi di alterna fortuna, ma con grandi capacità adattative e facoltà sperimentali. Una sperimentazione che ha portato questa collettività caramanichese, in ragione del suo rapporto intenso e duraturo con il territorio, ad essere grande produttrice di seta, discreto centro di produzione laniera, tenace costruttrice di un'agricoltura difficile e pioniera, presidio militare di vallata, riferimento strategico dell'Abruzzo Citeriore che guardava alla Capitale del Regno e, infine, terra di benessere.

Ma non è solo iconografia del territorio che fu. Si tratta di uno scritto che si presta a diverse analisi, per esempio sociologiche ed economiche, estrapolazioni, per esempio relative al fisco e al rapporto con i sistemi di potere, deduzioni, per esempio di carattere geografico ed ecologico e, perfino, intuizioni, sui rapporti familiari, sui notabili, sui poveri, sul "gossip" di una Caramanico settecentesca che forse non è molto diversa dall'attuale, per fortuna, nei suoi tratti di tipicità paesana.

In questo, la capacità intuitiva, divertita, brillante e sempre giovane, di Davide Berrettini, si è arricchita delle competenze di grandissimo valore della Professoressa Daniela D'Alimonte, storica ed esperta di toponomastica, che ci guida, attraverso i nomi dei luoghi, in un viaggio tra boschi, prati, campagne, frane, ville, usi e consuetudini che sono rivelati dagli scritti dell'Onciario, e della perizia e della grande esperienza del Prof. Fabio Valerio Maiorano, storico e noto araldista, che ci consente di intendere non solo la presenza, ma anche le relazioni del potere nella Comunità e al di fuori della Comunità, dal dominio feudale dei Principi d'Aquino, al ruolo dei Baroni Salerni, alla funzione delle casate borghesi e di eminenti ecclesiastici. Ho umilmente recato anch'io il mio contributo, non certo da storico, ma da conoscitore degli aspetti ecologici di questo territorio, con una breve relazione sulle identità rurali della nostra Caramanico, che abbiamo più agevolmente compreso grazie al lavoro di trascrizione di Davide.

E tutto questo, che è solo un primo, sperimentale tentativo di lettura del Catasto Onciario, che potrà e dovrà arricchirsi non solo della curiosità e della capacità dei cittadini volenterosi di ricercare il proprio avo o l'origine dei possedimenti della propria famiglia in ville e contrade, ma soprattutto degli studiosi e degli appassionati che avranno, da oggi, uno strumento di grande valore in pronta disponibilità, è stato mirabilmente e prontamente sviluppato in ossequio alle esigenze di modernità in un format innovativo e sperimentale, quello della pubblicazione su web con sistemi di ricerca semplificata, grazie all'entusiasmo e alla grande professionalità di EqProject, con Fabio Faieta e il suo staff che si sono cimentati (a titolo volontario e gratuito!) nell'adattamento del Catasto Onciario a strumenti comunicativi e di ricerca di tre secoli più in là.

Presentare tutto questo, capifamiglia, immagini di case e chiese, rapporti familiari, lavori di bracciali e artigiani, pastori e giumentari, speziali e imbastari, notai e arcipreti, terreni vignati e more celsi, alla presenza di Don Giuseppe d'Aquino, XVIII Principe di Caramanico, del caro amico e cittadino onorario Ernesto Salerni, discendente di Casa Salerni, con un formato documentale digitale del terzo millennio, e dinanzi ai miei concittadini, che recano gli stessi cognomi dei Caramanichesi immortalati dall'Onciario, tutto questo è un onore, induce sensazioni e brividi di connessione temporale e di legame comunitario transgenerazionale, che ci donano "il senso di Caramanico" nella storia, e una solida consapevolezza per il futuro.

La società caramanichese tracciata dall'onciario è quella che ha vissuto ai piedi della Majella ed ha plasmato questi territori per secoli. Per la prima volta, forse, nella storia dell'uomo, oggi, e solo dagli ultimi settant'anni ad oggi, abbandoniamo la conoscenza del territorio, smarrendone la coscienza, schiacciati dalle logiche metropolitane, globaliste, del consumo, e ricurvi non più sui terreni ruvidi di montagna, ma sulla brillantezza ipnotica degli smartphone.
Parliamo ai nostri figli del Catasto Onciario. E della Terra di Caramanico.

IL SINDACO
Simone Angelucci